Italtraff: la storia e l'avventura
Quando, nel 1985, mi venne in mente di progettare e costruire una apparecchiatura che fotografasse automaticamente gli automobilisti che non arrestavano la marcia a semaforo rosso, col proposito di fare sicurezza alle intersezioni semaforizzate creando un deterrente alla commissione di questo grave tipo di infrazione, da decenni erano presenti in altre nazioni apparecchiature del genere.
Negli ultimi cinquant’anni, in Italia, le Forze di Polizia sono andate sempre più utilizzando apparecchiature elettroniche per la rilevazione automatica di alcune infrazioni al Codice della Strada.
In particolare sono molto diffuse le apparecchiature di misurazione della velocità dei veicoli e documentatori fotografici di automezzi che proseguono la marcia a semaforo rosso.
Queste apparecchiature elettroniche automatiche contribuiscono a creare un ottimo deterrente per gli automobilisti indisciplinati che compiono questo grave tipo di infrazioni. Un “MULTAFOT” funzionava egregiamente già nel 1985 a Brescia, mentre addirittura negli anni sessanta la Siemens aveva sperimentato in Germania una apparecchiatura di rilevamento delle infrazioni ai semafori che venne presentata intorno al 1965 all’Ispettorato Circolazione e Traffico del Ministero dei Lavori Pubblici per l’eventuale omologazione.
A tal proposito, così scriveva l’ing. Fernando Cecilia, allora funzionario del Ministero dei LL. PP., sulla rivista "Onda verde" di novembre/dicembre 1998: “Chi scrive (l’ing. Cecilia ndr) ne verificò l’installazione e l’efficacia. L’apparecchio venne installato a Roma alla intersezione Viale Pilsudski-Via Guidobaldo del Monte, circa 40 metri prima della zona controllata dai semafori. Si trattava di una intersezione tra itinerari veloci, con flussi periodicamente squilibrati e quindi con fasature fisse di cattivo compromesso per soddisfare pendolarità opposte. L’apparecchio era cablato con l’impianto semaforico e con un rilevatore a induzione posto sulla soglia dell’intersezione. Entrava in funzione all’inizio della fase di rosso e, se il rilevatore inviava un impulso per un passaggio arbitrario, l’apparecchio scattava due fotogrammi a distanza di l’uno dall’altro... Si sapeva che lo stesso apparecchio, in Germania, esauriva il magazzino (di 600 fotogrammi, ndr) nel giro di una settimana. Quello installato sperimentalmente a Roma ed acceso il primo giorno alle 9,00 del mattino esaurì i 600 fotogrammi già nella stessa serata. Nei giorni seguenti si sparse la voce ed i conducenti più accorti cominciarono a comportarsi disciplinatamente.”
L’affermazione dell’ing. Cecilia sul comportamento degli automobilisti di allora non può che essere confermata per quelli di oggi, anche se dobbiamo registrare un vistoso calo delle infrazioni.
Il PHOTORED, la "infernale macchinetta" - come la chiamavano trent’anni fa gli automobilisti “immortalati” per l'infrazione a semaforo rosso - nacque in Italia nel 1985 in quel di Manduria (in provincia di Taranto) da una piccola società – la Italtraff - generata da una costola di una impresa familiare - “Flash” - che costruiva segnali stradali.
Il logo “Photored” fu coniato dal sottoscritto, fondatore della Italtraff e, come si può facilmente arguire, è composto da due parole basilari per l’apparecchiatura di cui si discute, “photo” e “red”. Dai cittadini e dai mass media il nome “photored” è ormai entrato ad indicare i rilevatori delle infrazioni a semaforo rosso, anche se il marchio “PHOTORED” è registrato a nome della Italtraff srl, sin dal 1986, all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi presso il Ministero delle Attività Produttive.
Il PHOTORED è deputato a svolgere una funzione semplicissima: scattare due foto in sequenza mentre un automezzo supera la linea di arresto in incroci semaforizzati quando il segnale è rosso.
La considerazione che mi aveva spinto ad avventurare la Italtraff nel campo dell’ elettronica applicata al traffico è quella che porta le imprese a cercare di differenziarsi dalla concorrenza, a percorrere strade diverse, a escogitare sistemi e prodotti innovativi sulla spinta della ricerca di tranquillità nei confronti di altre imprese il più delle volte tese soprattutto alla sopravvivenza che alla ricerca di un corretto guadagno.
Sullo sfondo, l'atavica carenza di cultura imprenditoriale di gran parte degli operatori meridionali. In questo clima grigio, in terra di Puglia, nel 1986, nacque il "Photored" che fu chiamato "F1" perché proveniva dalla impresa “Flash” (da cui la iniziale “F”) che costruiva segnali stradali e “17” che si riferiva all'art. 17 del Codice della Strada allora in vigore (D.P.R. 393 del 1959) che riguardava i segnali semaforici. A quella data non era ancora chiaro se l’apparecchiatura avesse bisogno di omologazione ministeriale.
La società Sodi, costruttrice dell’autovelox, aveva progettato e costruito (e vendeva già) una valigetta portatile, abbastanza pesante a dire il vero, che doveva servire – appesa al semaforo - a documentare fotograficamente chi transitava a semaforo rosso. La valigetta, denominata “Mini K10”, era stata portata a Roma, al Ministero dei Lavori Pubblici, per esser omologata.
Nello stesso periodo venne presentato al Ministero anche il Photored F17 che, unitamente al Mini K10, venne esaminato dalla V sezione del Consiglio Superiore dei LL.PP. nella seduta del 2 ottobre 1986. Le due apparecchiature vennero approvate pur con sostanziali differenti prescrizioni.
L’ingegner Alfredo Verrengia, allora capo dell’Ispettorato Circolazione e Traffico del Ministero dei Lavori Pubblici e l’on. compianto Gaetano Gorgoni, sottosegretario del medesimo Ministero, orgogliosi di aver contribuito ai natali di due apparecchiature elettroniche finalizzate all’aumento della sicurezza del traffico veicolare, ne dettero telegraficamente notizia alle due aziende.
In quel periodo, frequentando più volte il Ministero del LL. PP. per caldeggiare la omologazione del Photored, ebbi il piacere e l’onore di fare conoscenza con la d.ssa Valeria Olivieri che poi sarebbe diventata Capo dell’Ispettorato generale per la circolazione e la sicurezza stradale e con l’ing. Francesco Mazziotta, sino a qualche anno fà Direttore della Direzione Generale per la sicurezza stradale del Ministero.
L’utilizzo dei Photored, negli anni seguenti, si è poi diffuso alquanto grazie anche all’idea del sottoscritto di mettere a disposizione dei Comuni l’ apparecchiatura senza impegno di spesa iniziale, ma con una pro-quota a favore dell’impresa sulle infrazioni incassate. La gran parte delle volte, assieme ai Photored, venivano forniti anche gli impianti semaforici su cui i rilevatori dovevano essere installati. In questo modo i Comuni ottenevano apparecchiature e impianti per la sicurezza del traffico senza impegnare risorse che potevano essere dirottate verso altre necessità.
I primi otto “Photored F17” furono installati a Monteparano e Fragagnano, in provincia di Taranto, comuni limitrofi a quello dell’azienda costruttrice.
Decine di migliaia di infrazioni vennero rilevate, accertate, notificate ed incassate. Gli incidenti alle intersezioni attrezzate con i Photored calarono vistosamente. I due Comuni incassarono somme mai sperate investendole in opere pubbliche che non si sarebbero mai sognati di realizzare.
Ma proprio qui nacque l’inghippo! I partiti all’opposizione delle due amministrazioni si accorsero ben presto che il gioco era diventato molto pericoloso per loro: quando mai, alla prossima tornata elettorale, avrebbero potuto sperare di disarcionare gli amministratori in carica se questi, forti degli incassi rivenienti dai Photored, stavano letteralmente trasformando le proprie cittadine?
Tra la propria sopravvivenza politica e quella degli automobilisti che potevano essere coinvolti in incidenti ai semafori, i politicanti locali di opposizione scelsero la propria! Furono messe in atto contestazioni feroci, esposti alle autorità giudiziarie, richieste perizie, contestate delibere ... che portarono presto la Procura di Taranto a bloccare tutto e a mettere sotto processo le due amministrazioni e la nostra società, fornitrice del servizio. Correva l’anno 1987.
Infischiandosene della sicurezza, (come d'altronde è poi successo altre volte nei decenni seguenti) nella speranza (vana) di gestire i voti della moltitudine di automobilisti contravvenzionati, cominciarono a sorgere comitati civici, ad attivarsi “difensori dei deboli”, a farsi avanti “valorosi” avvocati e associazioni di pseudoconsumatori. Ogni motivo (immaginabile ma quasi sempre innominabile) che avesse una sia pur minima parvenza di plausibilità fu (ed è così tutt’ora anche se in minor quantità) utilizzato per contestare i Photored, responsabili di ogni nequizia passata, presente e futura.
Con eguale rozzezza e grossolanità, giornali nazionali e di provincia alla spasmodica ricerca di vendita di qualche copia in più si associarono a far chiasso sull’ argomento.
Era iniziata la serie di scontri che avranno sempre come motivo formale i Photored e come ragione sostanziale la guerra contro amministrazioni comunali, singoli personaggi politici, comandanti di Polizia Municipale promossa da chi, non avendo altro, arriva perfino ad usare l’arma penale per farsi strada.
Nel 1994 – dopo otto lunghi anni – la Corte di Appello di Lecce, mandò tutti assolti.
Sono trascorsi 37 anni! Quantunque tutto questo bailamme, Italtraff ha continuato a credere nella propria “creatura”; attraverso l’uso dei PHOTORED, centinaia di vite sono state salvate e migliaia di incidenti evitati.
Ora la legislazione si è finalmente fatta più chiara, codificando la correttezza delle rilevazioni a mezzo dei Photored senza la presenza di alcun organo di Polizia stradale.
I nostri clienti sono le persone che maggiormente contribuiscono a rendere efficace e concreta la nostra filosofia. Tutti i Comandi di Polizia Municipale che utilizzano i Photored esprimono il loro più ampio consenso all’uso delle stesse, acquisite ed utilizzate al fine di creare un deterrente alla commissione di questo grave tipo di infrazione.
Lavoriamo sempre a stretto contatto con i Comandanti delle Polizie Locali di tutt’Italia; questo ci consente di sviluppare e realizzare un prodotto affidabile ed una serie di eccellenti servizi tecnici complementari finalizzati ad alleggerire gli uffici delle Polizie oberati da mille altri adempimenti.
Abbinare il fine economico ad un fine sociale (la sicurezza del traffico veicolare) è stata l’idea vincente di Italtraff, che in 37 anni di sviluppo e produzione ha accumulato un enorme patrimonio di esperienza.
I Photored restano, rinnovati e proiettati verso il futuro, affidabili quanto indispensabili che, con la sola notizia della loro presenza, contribuiscono sostanzialmente a scoraggiare quanti, imprudentemente (o meglio incoscientemente), commettono questo grave tipo di infrazione.
Photored F17Dr – ultimo nato in casa Italtraff – oggi è anche misuratore della velocità dei veicoli regolarmente omologato con decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Photored oltre ad aver conquistato l’Italia, è oramai decisamente apprezzato in tutto il mondo, suscitando interesse in Australia, Sudafrica, Stati Uniti d’America, Messico e soprattutto in Arabia Saudita e paesi arabi.
Autore di questa memoria: Antonio Marzo
E’ nato a Manduria (Ta) 85 anni fa.
Fondatore della Italtraff srl e inventore nel 1985 in Italia dell’ormai famoso Photored, primo ad ottenere la relativa omologazione da parte del Ministero dei Lavori Pubblici.
Già nel 1955, a 16 anni, collaborava con la Voce del Sud di Lecce e con quotidiani nazionali, quali, il Secolo d’Italia, Il Popolo Italiano, il Messaggero, il Giornale del Mezzogiorno.
Nel 1960, a soli 21 anni, ottenne l’iscrizione all’Albo Nazionale dei Giornalisti grazie anche al cameratismo con Giorgio Almirante che aveva conosciuto durante la collaborazione col “Secolo d’Italia” e col “Popolo Italiano”.
E’ stato inoltre tra i fondatori della rivista per le polizie municipali “PM” edita dalla Italtraff.
Nel 1960 fondò e diresse il settimanale locale “Il Messapico”. Nel 1964 ha diretto “Il Corriere del Sud” vicino al movimento giovanile democristiano.
Nel 1986/87 è stato a Roma prima al Ministero dei Lavori Pubblici e poi a quello della Difesa nella segreteria politica del compianto on. Gaetano Gorgoni, sottosegretario nei due Ministeri.
Lo scorso 14 aprile 2024, a Bari, Antonio Marzo – decano dei giornalisti in Puglia - ha ricevuto il riconoscimento per i suoi 60 anni di iscrizione all’Albo dell’Ordine dei giornalisti. L’assegnazione è avvenuta al Teatro Piccinni di Bari in occasione dei 20 anni del premio «Giornalisti di Puglia - Michele Campione», alla presenza del presidente nazionale dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Carlo Bartoli, di quello regionale Piero Ricci e di altre personalità civili e militari tra cui il procuratore capo della Repubblica barese Leonardo Leone de Castris e il sindaco di Bari Antonio De Caro.